Statistica delle consulenze al 147.ch di Pro Juventute: ogni 3 giorni suona l’allarme crisi

Zurigo, 25 febbraio 2021 – Il coronavirus domina la nostra vita quotidiana da quasi un anno. Quali effetti sta avendo questo periodo sui bambini e sui giovani? Pro Juventute ha raccolto nel «Rapporto coronavirus» i risultati più importanti del suo lavoro di consulenza e le principali scoperte scientifiche. Gli studi dimostrano che i giovani stanno soffrendo molto a causa della pandemia di coronavirus, i casi di crisi stanno aumentando, le paure per il futuro si stanno intensificando. Ma nonostante tutto, c’è speranza.

Alle due del mattino, in una notte dell’ottobre 2020. «Non so più che cosa fare, sono scappata di casa, sono seduta su una panchina al parco giochi. Non voglio continuare a vivere così», dice Melisa*, 14 anni, alla consulente del 147.ch. Quest'ultima cerca di calmare la ragazza e poi mobilita i servizi di soccorso, che portano l’adolescente con gravi tendenze suicide in ospedale. Questo tipo di interventi per situazioni di crisi è aumentato drammaticamente nell’ultimo anno. Mentre nel 2019 ci sono stati 57 interventi, nel 2020 in circa 100 casi Pro Juventute ha dovuto coinvolgere organizzazioni di emergenza durante una consulenza. 

Alti livelli di stress psicologico, maggiori conflitti familiari

Il Rapporto coronavirus di Pro Juventute mostra che gli effetti della pandemia su bambini e giovani sono molteplici. La generazione più giovane è particolarmente in difficoltà dal punto di vista psichico. Dallo scoppio della pandemia di coronavirus, infatti, anche il numero di consulenze al 147.ch per questioni di salute mentale è aumentato bruscamente. Durante la cosiddetta seconda ondata, da ottobre a dicembre 2020, il 40 per cento in più di giovani ha contattato il team di consulenza per problemi di salute mentale rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Allo stesso tempo, gli psichiatri dell’infanzia e dell’adolescenza riportano un forte aumento del carico di lavoro e dei casi con tendenze suicide. 

Meno uscite, contatti limitati e strutture ricreative chiuse più e più volte: da un anno i giovani sono fermi a casa. E lì il clima non è sempre armonioso. Tra marzo e maggio 2020, le consulenti e i consulenti del 147 hanno condotto quasi il 70 per cento in più di consulenze per violenze domestiche. Anche la polizia e altri centri di consulenza hanno riportato un aumento delle violenze domestiche durante il primo lockdown nella primavera del 2020. 

Meno pari opportunità, più paura del futuro

La chiusura delle scuole e l’insegnamento a distanza hanno avuto un impatto sul successo e sui progressi nell’apprendimento dei bambini e dei giovani. Mentre alcuni studenti sono riusciti a seguire bene le lezioni, altri sono rimasti indietro. In generale, i bambini più piccoli hanno affrontato meno bene l’insegnamento a distanza. Gli studenti più grandi, invece, sono stati in grado di mantenere i loro progressi di apprendimento e compensare le limitazioni dell’insegnamento a distanza. 

I «digital natives» si sono trovati a loro agio con l’insegnamento a distanza e hanno potuto sfruttare le conoscenze acquisite in precedenza nella loro quotidianità digitale. Tuttavia, c’è il rischio che i bambini e i giovani rimangano indietro se non dispongono dell’infrastruttura tecnica necessaria o di un adeguato supporto a casa. Le disuguaglianze nell’istruzione e nelle prospettive professionali già esistenti sono accentuate dalla crisi. 

Anche se la situazione sul mercato dei posti di apprendistato sembra buona in questo momento, la questione della scelta della professione preoccupa molto i giovani. Al 147 sono state condotte il 23 per cento di consulenze in più in merito alla scelta della professione. Gli stage orientativi spesso non sono possibili o possono essere svolti solo virtualmente, mentre gli impieghi prolungati dopo la fine dell’apprendistato sono incerti. Nel gennaio 2021, 17 000 giovani erano disoccupati. Un anno prima ne erano 5000 in meno. 

Mancano amici e nuove competenze

Durante tutto l’anno le restrizioni imposte alla vita sociale sono state particolarmente dure per i giovani. Per lo sviluppo dei bambini e dei giovani l’interazione con i coetanei è molto importante, infatti, nello scambio con gli altri definiscono la loro identità. Molti giovani che contattano i nostri consulenti hanno paura di perdere i loro amici. Le consulenze su questo tema sono aumentate del 93 per cento rispetto all’anno precedente. Anche la paura di non trovare nuovi amici è onnipresente. Il numero di consulenze incentrate su questo argomento è aumentato del 28 per cento. 

Nonostante tutte le esperienze negative, i giovani riferiscono anche alcuni aspetti positivi: imparano nuove competenze, consolidano la loro capacità di affrontare le crisi e dimostrano che, come parte integrante della società, sanno essere solidali con le persone particolarmente vulnerabili. La maggioranza dei giovani sostiene le misure per contenere la pandemia.
 

Al seguente link potete trovare il «Rapporto coronavirus» di Pro Juventute. 

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