Scuola & istruzione

I brutti voti

I brutti voti sono difficili da digerire, ma non devono essere causa di un dramma familiare. Il sostegno positivo da parte dei genitori aiuta il bambino a non perdere la motivazione allo studio.
Immagine
Sostegno ai bambini da parte dei genitori in caso di butti voti.

Veniamo valutati sempre e dovunque: a scuola, sul lavoro, nello sport e durante il tempo libero. Ci sono infinite aspettative da esaudire, risultati da raggiungere e requisiti da soddisfare. La lode per una prestazione sprona, la critica blocca o paralizza. Quindi, non sorprende che le reazioni ai voti continuino a essere oggetto di un dibattito controverso. I voti sono utilizzati come strumento di misura per valutare se il bambino ha capito o meno i compiti. Questo tipo di valutazione non mette in evidenza la sua personalità: è in grado di provare empatia? Dispone di competenze sociali nell’interazione con gli altri? Quanto è attendibile ridurre la conoscenza a un numero?

I voti e il loro effetto

Molti bambini si disperano quando prendono un brutto voto, a volte anche per la paura della reazione dei genitori. Non raramente i genitori sono al limite e non sanno come comportarsi quando la figlia o il figlio portano a casa una verifica andata male. È forse il caso di mettere un po’ sotto pressione il bambino per spronarlo? Oppure in questo modo si ottiene esattamente il contrario, cioè la rassegnazione?
Inoltre, il bambino si sente frustrato se ha studiato molto per prepararsi e, nonostante ciò, ha ottenuto un risultato deludente. Ci sono alunni che, nonostante l’impegno, ottengono sempre brutti voti. Altri, invece, raggiungono comunque buoni risultati anche impegnandosi poco. Al momento non esistono alternative, quindi ai bambini e ai genitori non resta altro da fare che adeguarsi alla vigente pratica di valutazione. Con il piano di studio 21, si dovrebbe dare maggiore importanza allo sviluppo individuale, ponendo l’accento sulle competenze.

Cercare il colloquio

Il numero di emergenza «Consulenza + aiuto 147» di Pro Juventute, dedicato ai giovani, viene contattato spesso per domande su verifiche, voti e su come ottenere risultati migliori a scuola. In molti casi, i bambini e i giovani si sentono stremati: non riescono a far fronte alla pressione da rendimento. Si tratta di un segnale preoccupante. I genitori possono fornire un aiuto per far sì che sentimenti del tipo «comunque non serve a niente…» non prendano il sopravvento.

I rimproveri per i brutti voti sono fuori luogo. Il bambino non deve sentirsi un fallito e non deve pensare di aver deluso i genitori. Sta già soffrendo per la situazione. E i genitori preoccupati non devono iniziare improvvisamente a controllare tutto. L’innalzamento del controllo da parte loro trasforma i compiti in un inutile fattore di stress. È meglio accompagnare il processo di apprendimento del bambino e aiutarlo a imparare a lavorare da solo. Lodando gli sforzi e l’impegno, i genitori chiariscono il senso dello studio.

Trovare soluzioni insieme

È importante scoprire il motivo a causa del quale non si ha successo nello studio. Spesso, una buona collaborazione tra la scuola e i genitori risulta molto efficace. Grazie allo scambio reciproco, i bambini, i genitori e gli insegnanti hanno la possibilità di sondare meglio il motivo a causa del quale i voti non corrispondono alle aspettative. Forse potrebbe trattarsi di ansia da prestazione, oppure di noia o di mancanza di interesse. Spesso mancano strategie di studio efficaci, oppure non esiste una distinzione netta tra il tempo dedicato allo studio e quello dedicato allo svago. Solamente chi si riposa bene di tanto in tanto è pronto per apprendere nuovi contenuti.

Donare