Famiglia & società
Ultimo aggiornamento: 27.03.2023

Le emozioni sono qualcosa di meraviglioso, se riusciamo a gestirle

Chi impara a gestire le proprie emozioni può prendersi più cura di sé e instaurare relazioni più affidabili. Ma come fanno i bambini e i giovani ad imparare a gestire le proprie emozioni? Scoprite perché la risposta è in voi stessi e come potete aiutare vostro figlio o vostra figlia a capire i propri sentimenti.
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Giovani arrabbiati danno libero sfogo alle loro emozioni.

Rabbia, tristezza, gioia esuberante, frustrazione: la gamma delle emozioni è varia. Gestirle tutte è una grande sfida. Anche per gli adulti non è sempre facile controllare le proprie emozioni. A questo proposito, i bambini e i giovani sono solo all’inizio del loro percorso di apprendimento e perciò non possono ancora attingere alla stessa esperienza degli adulti. 

Il controllo delle emozioni è uno dei maggiori compiti evolutivi dei giovani e in questo dipendono dal sostegno degli adulti.

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I sentimenti positivi e negativi esistono per una ragione

Alcuni sentimenti facilitano il compito dei genitori di sostenere i propri figli. Altri sono difficili da sopportare. Ma tutte le emozioni sono preziose. Nella nostra società, tuttavia, assumono connotazioni positive o negative. I cosiddetti sentimenti positivi, come la gioia o l’orgoglio, fanno sentire bene e aiutano a creare risorse. Grazie a loro, possiamo costruire e mantenere relazioni, il che porta a una rete sociale più forte. 

I sentimenti sgradevoli, e quindi percepiti come negativi, sono invece essenziali per la nostra sopravvivenza e coesistenza come società. La paura dei serpenti, ad esempio, ci garantisce di proteggerci in situazioni di pericolo, e il senso di colpa ci impedisce di fare del male agli altri.

«I genitori devono vivere insieme al bambino i suoi sentimenti spiacevoli, sostenerlo e aiutarlo a controllarli.»
Tracy Wagner
Psicologa e collaboratrice scientifica presso Pro Juventute

I sentimenti negativi possono inoltre rivelare molto sui bisogni non soddisfatti. Ad esempio, se non si riesce in qualcosa, può scattare il senso di frustrazione perché il «saper fare da soli» non funziona ancora come si vorrebbe. Quando i nostri limiti personali non vengono rispettati, possiamo sentirci arrabbiati o rattristati. Se i genitori si prendono del tempo per cercare di capire cosa ha scatenato determinati sentimenti, spesso riescono a comprendere meglio le emozioni dei loro figli. In questo modo è più facile accompagnarli nell’affrontare i sentimenti poco piacevoli.

Influenza del genere sul controllo delle emozioni

La nostra società ha ancora aspettative precise su come le ragazze e i ragazzi dovrebbero comportarsi. Ciò è tanto più vero in relazione alle emozioni. È accettato dalla società, ad esempio, che i ragazzi e gli uomini mostrino rabbia e questo fa sì che spesso riescano meglio ad affrontarla. Al contrario riescono ad esprimere meno bene il dolore perché interiorizzano stereotipi come «un vero uomo non piange». Le ragazze invece imparano presto che non devono mostrare sentimenti aggressivi come la rabbia e così nascondono le proprie emozioni e reagiscono in modo più silenzioso.

Riflettere sul controllo delle proprie emozioni

Gli adulti devono essere consapevoli che le emozioni dei bambini influenzano anche loro. Chi riesce a rimanere completamente calmo quando il bambino è furibondo e non riesce a calmarsi? Quale madre, quale padre è completamente indifferente al profondo dolore per il peluche perso dal bambino? Alcuni possono reagire a loro volta con rabbia, altri con stress, alle esplosioni emotive del figlio. Solo chi dispone di strategie per gestire le proprie emozioni può accompagnare adeguatamente i bambini e i giovani nel controllo delle loro. 

«Quando i bambini hanno problemi a controllare le loro emozioni, i genitori possono aiutarli», afferma Tracy Wagner, psicologa e collaboratrice scientifica presso Pro Juventute. «Sono loro a dover vivere insieme al bambino o alla bambina i suoi sentimenti sgradevoli, sostenerlo/la e aiutarlo/la a controllarli.» Allo stesso tempo, i genitori sono dei modelli per i loro figli nel controllo delle emozioni. I bambini osservano attentamente le loro reazioni e imparano le strategie dai genitori. «È quindi molto importante essere consapevoli di cosa provoca in se stessi vedere il proprio figlio o figlia arrabbiato/a o frustrato/a.» 

Imparare ad esprimere a parole le emozioni

Per poter controllare le emozioni, i bambini e i giovani devono prima riuscire a capirle ed esprimerle. Ciò richiede lo sviluppo del lessico per parlare dei sentimenti. I genitori possono sostenerli in questo compito esprimendo ripetutamente i loro sentimenti a parole. Con i bambini più piccoli si ci potrebbe esprimere così: «Il tuo disegno non è venuto come volevi. Questo ti fa arrabbiare» o «Il tuo padrino arriverà presto, per questo sei emozionato.» Anche i libri illustrati offrono un ottimo materiale per parlare di sentimenti. 

Si può essere d’aiuto ai bambini e ai ragazzi più grandi mostrando di comprendere le loro emozioni: «Capisco che questo ti frustri. Mi sentirei allo stesso modo.» Un valido strumento per dare un nome alle emozioni è il calendario dei sentimenti di Pro Juventute. Presenta i sentimenti in modo semplice e permette di dare un nome a ciò che si prova nei confronti degli altri.

Crisi adolescenziale in età infantile o crisi dei 6 anni

Tra i 5 e i 7 anni i bambini sperimentano molti cambiamenti. Si sviluppano molto rapidamente. Alcuni sperimentano grandi sbalzi d’umore, dalla gioia sfrenata a esplosioni di rabbia. Sopportare queste esplosioni emotive può essere impegnativo per i genitori. Scoprite come potete sostenere i vostri bambini durante la crisi adolescenziale in età infantile.

Strategie per il controllo delle emozioni

Il neonato dipende ancora completamente da chi lo accudisce per controllare le sue emozioni. Nel corso dello sviluppo questo controllo esterno viene assunto sempre più dal bambino stesso, che apprende le strategie per controllare da sé le proprie emozioni.

A seconda dell’età, del temperamento e della situazione, il bambino può esprimere i suoi sentimenti in diversi modi: mordere un cuscino, mettere su carta ciò che prova in quel momento con un disegno o un testo, gridare insieme ad alta voce, contare in silenzio fino a dieci o ritirarsi in un luogo riservato. Più il bambino o la bambina è grande, più è in grado di utilizzare strategie cognitive, come vedere i lati positivi di una situazione o parlare con se stesso/a.

Reprimere i sentimenti solo per breve tempo

Non tutte le emozioni possono essere manifestate immediatamente in ogni situazione. Nel corso del tempo, i bambini e i giovani imparano cosa è accettabile o meno in determinate situazioni sociali. Reprimere le emozioni per un breve periodo fa quindi parte della capacità di controllarle. 

In nessun caso, tuttavia, i sentimenti devono essere repressi per un lungo periodo di tempo. Questo potrebbe far sì che in seguito si manifestino in modo ancora più violento o che vengano compensati con la svalutazione di se stessi o addirittura con l’abuso di consumo di sostanze. 

Consigli per i genitori

  • Parlate molto di sentimenti. Date un nome ai vostri sentimenti e a quelli del bambino o della bambina.
  • Parlate di ciò che ha scatenato una determinata reazione emotiva. Questo aiuterà il bambino o la bambina a sviluppare una migliore comprensione dei propri bisogni e di quelli degli altri. 
  • Valorizzate tutte le emozioni. Segnalate che è normale provare sentimenti spiacevoli come rabbia, tristezza, paura, frustrazione o vergogna.
  • Supportate il bambino o la bambina quando è emotivamente sopraffatto/a. Siate presenti confortandolo/la, rassicurandolo/la o offrendogli/le un modo per sfogare la sua rabbia.
  • Osservate voi stessi. Come vivete i sentimenti positivi e negativi? Come riuscite a controllarli?
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